Il PUNTO G
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Il PUNTO G
Mi rifaccio il punto G
in Sotto le lenzuola
Spianare le rughe, aspirare la ciccia e non solo. Le donne si rifanno "lì"
Seni al top, labbra carnose, niente rughe a zampe di gallina sotto gli occhi, nasino affilato, pancia tonica. Ma non solo: le italiane ricorrono alla chirurgia estetica anche per rifarsi il punto G, il centro dell'eros femminile. La tecnica, che prende il nome di G-Spot Amplification, arriva dall'America e promette di accendere l'interruttore del piacere, di recente "fotografato" da un professore italiano. L’intervento è stato ideato da David Matlock del Laser Vaginal Rejuvenation Institute di Los Angeles e importato in Italia dall'andrologo e sessuologo Alessandro Littara e dallo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica Gianfranco Bernabei.
I primi interventi, poi il passaparola e il boom di richiesta tra le italiane: il ritocchino del punto G sembra destinato a spopolare tra le italiane. Ma come si procede? «L'intervento spiega Littara - consiste nell'iniezione di una sostanza anallergica e completamente riassorbibile appena sopra al punto G: una struttura ben individuabile almeno nell'80% delle donne, e situata nella mucosa della parte anteriore della vagina a circa tre centimetri dal suo ingresso». In pratica si applica un filler riempitivo a base di acido ialuronico o collagene, che iniettato promette "gonfiare" il punto G che diventa così più individuabile e più facilmente stimolabile durante il rapporto.
L'intervento, della durata di circa un minuto ed effettuato il più delle volte senza necessità dell'anestesia, dura sei mesi circa e attrae soprattutto le donne che raggiungono l'orgasmo attraverso la stimolazione del clitoride, ossia l'80%.
in Sotto le lenzuola
Spianare le rughe, aspirare la ciccia e non solo. Le donne si rifanno "lì"
Seni al top, labbra carnose, niente rughe a zampe di gallina sotto gli occhi, nasino affilato, pancia tonica. Ma non solo: le italiane ricorrono alla chirurgia estetica anche per rifarsi il punto G, il centro dell'eros femminile. La tecnica, che prende il nome di G-Spot Amplification, arriva dall'America e promette di accendere l'interruttore del piacere, di recente "fotografato" da un professore italiano. L’intervento è stato ideato da David Matlock del Laser Vaginal Rejuvenation Institute di Los Angeles e importato in Italia dall'andrologo e sessuologo Alessandro Littara e dallo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica Gianfranco Bernabei.
I primi interventi, poi il passaparola e il boom di richiesta tra le italiane: il ritocchino del punto G sembra destinato a spopolare tra le italiane. Ma come si procede? «L'intervento spiega Littara - consiste nell'iniezione di una sostanza anallergica e completamente riassorbibile appena sopra al punto G: una struttura ben individuabile almeno nell'80% delle donne, e situata nella mucosa della parte anteriore della vagina a circa tre centimetri dal suo ingresso». In pratica si applica un filler riempitivo a base di acido ialuronico o collagene, che iniettato promette "gonfiare" il punto G che diventa così più individuabile e più facilmente stimolabile durante il rapporto.
L'intervento, della durata di circa un minuto ed effettuato il più delle volte senza necessità dell'anestesia, dura sei mesi circa e attrae soprattutto le donne che raggiungono l'orgasmo attraverso la stimolazione del clitoride, ossia l'80%.
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